noi gli ex
Molti di noi, per essere sinceri,pur non essendo minori, siamo di fatto, a torto o a ragione, minoritari.Leggiamo,scriviamo, parliamo, ma non siamo mai riusciti a cambiare quello che maldestramente ci connota come quelli del,o gli ex di, e che comunque non sono riusciti ad approdare ad una gratificazione ,che non sia quella di amici, spesso anche loro ex di qualcosa, o addirittura di familiari che ci stimano con la loro fiducia e talvolta ci sostengono con la loro bonaria magnanimità. Ma , sono gli altri che ci negano interesse e considerazione o siamo noi quasi a pretendere una sorta di riconoscimento? E' un dilemma, siamo a un bivio, c'è chi persegue la propria strada resistendo ai dubbi e alle incertezze, e chi lascia quella strada di tenacia e di coraggio semplicemente scomparendo, eclissandosi. Si è minoritari per diverse cause : un periodo eccellente della propria attività cui fa seguito un periodo di stanca,oppure si diventa minoritari per questioni personali, legate alle vicende alterne del proprio privato o , ancora si diventa minoritari perchè si è sciaguratamente esaurita la stagione dell'ideale, dell'invenzione, dell'originalità. Ma l'animo umano mal sopporta la tesi di una vena inaridita e di una resa appiattita. Si può accettare tutto tranne di veder disperdere tutto quello in cui si è creduto, quanto di buono è stato fatto prima e ,di doverlo considerare esaurito, sbagliato o privo di prosieguo, restando infine bloccati, disorientati impotenti. Detta così , sembra una situazione paranoica, lo strascico di un credo adolescenziale, lo stallo di una visione irrisolta e sfuggita. E tuttavia si continua a parlare, a proporre, a lottare, a scrivere : a chi e per chi? La risposta è semplice: per coloro che ci giudicano minoritari e per noi stessi che ci arrocchiamo nella salvaguardia ad oltranza e talvolta testarda e romantica delle nostre idee e delle nostre convinzioni.