Portocannone e la nuova immigrazione

Pubblicato il da antonio sassano


La difficile integrazione di un numero sproporzionato di immigrati rispetto al numero degli abitanti locali in questi ultimi tempi di crisi rischia di aggravare non solo il precario equlibrio economico e sociale, ma,anche l’aspetto culturale e politico pare subisca una importante frenata. Vivere in un paese come il nostro, già terra di emigrazione, vuol dire concepire in modo tangibile certe conseguenze. Case disabitate, intere vie spopolate che hanno ripreso parzialmente vita per quel fenomeno di immigrazione e che sta lentamente modificando le dinamiche relazionali, fenomeno nuovo a volte paradossale per la debole economia della nostra comunità. La presenza di immigrati provenienti dai paesi poveri ,in una realtà così segnata da una elevata disoccupazione vede le condizioni di lavoro scendere al di sotto della soglia fino a poco tempo fa accettata dalla popolazione e garantita dalla legislazione del lavoro. In un luogo come il nostro che storicamente si è emigrati e ancora si continua ad emigrare la memoria di un esperienza di sofferenza, generava fino a non molto tempo fa la comprensione e la tolleranza nei confronti dell’immigrato, oggi, facilmente prevale il pregiudizio e la paura dell’altro, della sua diversità che può destabilizzare le fragili certezze che costituiscono il senso comune. Le condizioni di questa immigrezione sono molto più difficili di quelle che avevano visto il nostro popolo protagonista e solidale nei loro confronti. Questa nuova immigrazione avviene in un quadro di chiusura e di generale precarizzazione della condizione lavorativa. Una condizione che si sa non essere uno stato passeggero e che non si vorrebbe divenisseuno stato permanente che conduce di fatto a vivere l’incerta dimensione di un provvisorio che diventa definitivo o di un definitivo vissuto come provvisorio. Il diverso stile di vita e abitudini di questi contribuisce poco o niente come ritorno anche di carattere economico alle già precarie attività del nostro comune, mentre la comunità spesso si fa carico dei loro problemi e dei servizi necessari alle loro famiglie ,come del resto è giusto che sia.

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A
Che sei un bravo carrozziere non ho dubbi ma questa versione giornalistica mi è nuova complimenti Sfash
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