un giorno così " MONOLOGO "
Mi sono fermato in piazza tra alcuni conoscenti.Starei in compagnia se dicessero cose interessanti, ma siccome parlano senza dire nulla preferisco stare solo. Quando sono solo lavoro. Indago giorno e notte. Così ho scoperto che il senso non esiste, che la vita è stare in semplicità con qualche amico vero o in famiglia. Che delusione la mia vita, è tutta lì, niente grandi filosofie, ricerche spirituali. Solo un bisogno d’amore. Una assenza. Adesso avere vicino una donna mi farebbe piacere, sarebbe meglio di mille testi sacri,se poi intelligente e colta scalderebbe più di ogni utopia e comunque potrebbe alleviare la mia delusione. Ma dove sei amata? Dove siete amici? Non mendicherò la vostra presenza, tanto tutti moriremo soli, anche voi.E dico alleviare perchè nessuna donna è in grado di farmi uscire dallo stupore della delusione. Ci vorrebbero quaranta dee con corpo di donna che si ungano con olio di sesamo profumato con fiori di arancio e che preghino per l'eternità respirando incenso, le caviglie colorate di turchese. Che preghino ancora e ancora e ancora.Ma, perché tanta fatica? A che pro? La natura segue un suo funzionamento. Gli esseri viventi nascono e muoiono e la natura va avanti.ed io sono semplicemente parte del funzionamento da sempre e per sempre. L’ho saputo dopo la nascita e lo dimenticherò dopo la morte, ma che io sappia o no alla natura non interessa.I gatti sono felici, io invece no.So di essere una misteriosa malattia. Ma la prognosi è favorevole, perché questa coscienza con la morte cesserà. L’altro giorno ero stato bene, addirittura felice. Per una notte. Il corpo pieno di vino e mariuana e gli amici lì vicino in silenzio. Una famiglia. Andava tutto bene, non bisognava star lì a spiegare. Potevi dormire, parlare, vomitare, e tutto era perfetto. Un amore così forte che dava un po’ di sofferenza. Un mix di amore e sofferenza. La compassione di dio.In fondo mi diverte pensare che c’è un regista occulto che fa accadere le cose, e prendermela con lui se non mi piace il copione.Mai prendere la paternità dell’azione. Non faccio male a nessuno, perché volete togliermi l’intrattenimento, non è che i vostri siano meglio. Che devo fare? Lavorare? Già fatto. Impegnarmi? Già fatto. Amare? Dove? Quando? Chi? Cosa? Non voglio affaticare quaranta dee, non ne vale la pena.